Il Comitato organizzatore è lieto di comunicare i risultati della XIX edizione del Concorso nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano”.
Sezione A – Poesia edita in italiano e dialetto
I classificato : Fabrizio Bregoli “Zero al quoto”-Puntoacapo – Cornate d’Adda (Mi)
II classificato : Fabio Scotto “In amore” – Passigli – Varese
III classificata ex aequo: Gabriela Fantato – “La seconda voce” – Transeuropa – Milano
III classificato ex aequo : Tiziano Broggiato – “Novilunio” – Lietocolle – Quinto Vicentino (Vi)
Premio per la migliore opera prima : Marino Badiale – “Poesie indifese”- Il Canneto– Torino
Menzione di merito
Daniela Raimondi -”La stanza in cima alle scale” – Aragno – Saltrio (Va)
Evaristo Seghetta Andreoli – “Paradigma di esse” – Passigli – Montegabbione (Tr)
Luigi Fontanella – “L’adolescenza e la notte” – Passigli – Firenze
Sezione B – Silloge inedita in italiano e dialetto
I classificato : Giulio Maffii – “Congiunzioni”- Buti (Pi)
II classificato: Francesco Tripaldi “Il machine learning e la notte stellata” – Avigliano (Pz)
III classificata : Lucia Triolo – “ La pelle” – Palermo
Premio Speciale Poesia Dialettale : Marcello Marciani – “Rovistamenti” – Lanciano
Menzione di merito:
Claudia Fofi “Il delta della lingua” – Gubbio
Dario Bertini “Il caffé della sala infermieri” – Legnano
Ivan Fedeli – “ I like” – Ornago (Mb)
Sezione C – Poesia inedita in italiano e dialetto
I classificato :Andrea Donaera- “Il padre”-Gallipoli
II classificato : Giovanni Trimeri– “Vender fora / Svendere” – Fonzaso (Bi)
III classificato : Michele Paoletti– “Promessa” – Livorno
Menzione di merito
Angelo Taioli – “Del tentato arrocco” – Voghera
Dario Pasero – “Filologh / Filologi e tipografi si assomigliano” – Ivrea
Davide Romagnoli – “Temp passà/ Tempo passato a perder tempo” – Milano
Giacomo Vit – “Letaris/ Lettere a un amico seduto sopra una nube” – Sesto al Reghena (Pn)
Lucetta Frisa – “Tempo la parola” – Genova
Sezione D – Racconto inedito in italiano
I classificato: Carlo Nello Ceccarelli – “La buca nella neve”– Massa
II classificato: Alessio Pracanica – “Mostri in Kartner Strasse” – Milazzo
III classificata ex aequo: Carla Sautto – “Blues”– Denore (Fe)
III classificata ex aequo: Sualen Riccardi “ A vela in una notte d’inverno” – Vicenza
Menzione di merito
Andrea Gastner – “Vita da postino” – Bassano
Sezione E – Sezione Augusto Monti
I classificata: Donatella Mascia – “Magnifica Visione”– De Ferrari – Genova
II classificato: Carlo Giordano – “I soldati della montagna”– Primalpe – Cuneo
Premio Speciale della Giuria – Camilla Salvago Raggi – “Di libro in libro la vita” – Il Canneto – Genova
Motivazioni
Fabrizio Bregoli, Zero al quoto, puntoacapo, Pasturana 2018. Forse la poesia non serve, forse è davvero «un altro alibi», come asserisce l’Autore in questo suo denso (e virtuosistico) libretto: «mai nulla cambia né mai serve / a nulla mai la poesia, / declinazione esatta / prontuario dell’inutile». «Inutile / e [tuttavia] irrinunciabile». Il nichilismo, «il più inquietante di tutti gli ospiti» (Nietzsche-Heidegger), la fa qui da padrone. «La vita [dal canto suo] non si dice, non significa». Nulla redime, nemmeno la bellezza. E nulla, con buona pace di Ungaretti, si sconta vivendo. Eppure, partendo da questo azzeramento dei valori, che va oltre Leopardi, oltre Montale, oltre Zanzotto, per adeguarsi all’impareggiabile lezione di Celan, Bregoli, pur senza santificarlo, concepisce l’esercizio poetico come una estenuante lotta con l’angelo o, se si vuole, con una materia sfuggente, irriducibile al verso: «La vita non si còmpita, non indica. / Si recita ad accentazione sdrucciola / svicola se si sillaba, vi latita. // Ha persistenza solo per istanti / quel poco che vanifica l’antidoto / – consisterne finché si può, si deve – / e radica negli interstizi atipici / quegli attimi che addensa il temporale / per l’attrazione – nota – delle punte. / Frazione di millesimo che sgretola / residue parte e arte, come una zìqqurat / di sovrapposte, d’avventizie carte». La poesia vive (ed è il suo spasimo) «nella disequazione di parole / e senso»: «poesia è questo / porgere la mano, sperare prossimo / il cambio della guardia e continuare / nella corsa, passare la staffetta / già sapendo la meta irraggiungibile / fragile la parola, perché l’unico / eterno che perdura è l’impossibile. / Perfetto nel non darsi». Per quanto votata allo scacco, la poesia cerca dunque di «rimediare / col senso contraffatto d’una vita / la trascrittura errata d’una nascita / fino a giungere, tutti e ognuno, ad una / regione di mezzo, una zona franca. / Ad una terra esatta, impareggiabile».
FABIO SCOTTO, In amore, prefazione di Gabriele Morelli, Passigli, Firenze 2016
In questo suo nuovo libro, Fabio Scotto si muove – come da tempo ci ha abituati – intorno a diversi nuclei tematici, fra ardore amoroso e tensione civile, quotidianità e storia, vicende private e grandi accadimenti storici. Nel fluire solo apparentemente divagante dei pensieri e delle vibrazioni emotive, il poeta si affida al potere argomentante e suggestivo della parola, in cui la severità di un dire fermo e risoluto si imbeve di passione, si fa canto, celebrazione della vita. La ricchezza dei registri espressivi e delle scelte lessicali – fra indignazione e pensosa malinconia, uso di un linguaggio colto e ricorso a gerghi contemporanei – si riassume nella complessa densità del titolo: un calco della lingua inglese, in cui agisce la dialettica fra amore e disamore, incanto e dolorosa percezione della fragilità delle cose del mondo. Come indica il bellissimo Commiato su cui il libro si chiude, «ce ne andremo tutti», lasciando dietro di noi le spine irrisolte del mondo, ma non senza aver continuato a credere nella forza limpida e sacrificale della parola, nella speranza di un mondo in cui una carezza salga «più forte di ogni ferocia».
GABRIELA FANTATO – La voce interiore, che sale alla coscienza come controcanto della vita; la voce intima che commenta e persino contraddice la nostra voce pubblica, quella che presentiamo al mondo; la voce altra che la poesia incarna nell’inautenticità della chiacchiera quotidiana, definita dalla poetessa “una comunità d’ignoti (14); la voce – infine ma non esaustivamente – che si dà alle anime sorelle in gesto di pietas: la raccolta di Gabriela Fantato, La seconda voce, porta sulla pagina una consapevolezza della vita che è brama di “stare dritto / davanti e dentro il mondo” (p. 17) – quindi in una dimensione per nulla solipsistica, sullo sfondo della storia del singolo e di tutti. Una vita “sempre in perdita” (p. 22), il cui bilancio appare una sequenza di delusioni e lutti, dove “tutto sgretola” (p. 28) ma appunto “Resta la voce che ci fa” (ivi), che è il rimanente, ciò che aggalla alla coscienza, quella forma di ferma ma sempre precaria resistenza (“Fermi. / Fermi”, p. 10), “in bilico su una sola zampa” (p. 32).
La raccolta di Gabriela Fantato può anche essere un amaro bilancio di vita, ma è soprattutto uno sguardo freddo e lucido gettato sul nostro tempo, come prova il dare voce – un’ulteriore e finale accezione della “seconda voce” del titolo – alle donne vittime di varie forme di violenza o alle poetesse affamate di vita, come Giovanna Sicari e Maria Cvetaeva, che qui si ergono a vero e proprio exemplum etico.
Per questa grande coerenza e coesione interna dei testi e per la loro pregnanza e intensità la Giuria attribuisce a La seconda voce di Gabriela Fantato il terzo premio.
Novilunio di Tiziano Broggiato è raccolta di grande compattezza formale, i cui testi ruotano intorno all’immagine della luce (definita “Il simbolo della vita”, p. 37) che, variamente modulata, garantisce la coerenza tematica e la coesione espressiva di tutta la raccolta. Il preludio alla luce nuova della luna, quindi l’avvio di una nuova fase nel ciclo incessante degli eventi, (“un’altra specie di tempo, / un novilunio che sappia rimuovere / una stagione, questa, vicina allo zero”, p. 32), diventa immagine di un viaggio alla ricerca di una sfuggente verità con lo scopo di un profondo rinnovamento. Novilunio è anche il diario di una quest scandita da luoghi ed incontri quasi casuali ma evocati come “vivida presenza” (p. 16), per quanto il testo lasci aleggiare attorno ad ogni evento – ma così è per la vita – un’aura di inafferrabilità e di perdita: la minaccia del buio, della notte e della nebbia fa infatti spesso da contraltare alla luce delle piccole epifanie che attraversano la raccolta. Giorno e notte, luce e buio si alternano ciclicamente, per cui anche “l’ennesima salvezza” (p. 41) non sarà quindi che precaria e momentanea.
Se quindi è il poeta stesso a dirci come “si sta forse schiarendo anche per me / un aldilà in cui possono coesistere / indugio e desiderio” (p. 19), è chiaro che il mondo “può fare a meno di [noi” (p. 43) e che quindi la nostra ricerca di luce sarà senza fine, sempre in bilico tra vittoria e sconfitta.
Per questo rovello interiore, che il poeta ha saputo portare sulla pagina con maestria, profondità ma al tempo stesso levità, la Giuria attribuisce a Novilunio di Tiziano Broggiato il terzo premio.
Marino Badiale con il libro “Poesie indifese”, Canneto Editore, ha vinto il premio per il miglior esordio. Veneto d’origine, insegna “analisi matematica” all’Università di Torino: ma non per questo la sua raccolta tende a preferire la cultura scientifica a quella umanistica (i tempi delle “due culture” orgogliosamente separate di Snow sono ormai lontani); anzi ,”Poesie indifese” testimonia una amplissima scelta umanistica inframmezzata nella versificazione di citazioni da filosofi e poeti (senza tuttavia talvolta rinunciare alle parole “ingenue” dei cantautori). Citazioni non disposte a caso quale sfoggio di colti intercalari , si tratta bensì di raccordi innervati nel contesto poetico ora contrapponendosi alla bella semplicità del dettato ora sottolineando gli stati d’animo di un “io” interrogante. Si svolge così un dialogo interno alla poesia tra l’autore e lo scibile nel tentativo, riuscito,mi pare, di dar vita ad uno stile originale e suscettibile di sviluppo. Ma l’aspetto forse più importante dell’esordio del poeta, è il percorso tanto brillantemente iniziato con questo libro di una poesia fresca e limpida, capace di emozionare, sia nei “dialoghi della figlia” sia nell’omaggio a un maestro amico e nelle due successive sezioni.
SEZIONE B – SILLOGE INEDITA –
I classificato :Giulio Maffii
La poesia di Giulio Maffii scava nell’invisibile, sa restituire e forgiare al tempo stesso immagini inattese, scarti improvvisi della lingua e del pensiero poetico che stupiscono, a volte intontiscono e che così facendo sollecitano lo sguardo e l’attenzione. Emozione e pensiero si intrecciano con forza in uno spazio poetico popolato da assenze-presenze, fantasmi, allusioni e illusioni che tuttavia non scadono mai nell’illusionistico o nel compiacimento astratto. Colpisce la capacità di predisporre agguati linguistici, rovesciamenti di prospettiva, passaggi introspettivi che sorprendono recuperando aspetti della tradizione novecentesca, ma rivisitati con gusto contemporaneo all’interno di una visione poeticamente “attuale”. La dimensione esistenziale non è esibita, ma arriva come in un eco, senza presunzione e la forza metafisica dei versi non prende mai comunque il sopravvento accompagnando il lettore oltre il rischio del solipsismo.
Motivazione scritta da Stefano Vitale
II classificato Francesco Tripaldi –
Tripaldi è un giocoliere che lancia sulla carta e vi fa volteggiare sopra, uno dopo l’altro, anzi uno insieme all’altro, emozioni, immagini, geografie e registri linguistici attinti da dimensioni parallele e contesti spaiati. Il suo è un surrealismo con i piedi ben ancorati al cloud e che non a caso si nutre al contempo di macchine e cieli stellati. Nell’arco di uno stesso componimento si sorride, ci si stupisce, si riflette, ci si commuove, ci si compiace della familiarità con le situazioni portate in scena, ci si sente davvero figli del proprio tempo. La tecnologia, la televisione e i social la fanno da padroni, nella raccolta come nella vita di noi tutti. La poesia è un’interlocutrice seria ma non seriosa, una che sa stare allo scherzo, una che sa ascoltare. C’è tanta quotidianità mai banale, tanta attualità umana, una punta di sano sarcasmo, un pizzico di solidarietà, quel tanto di ironia e, soprattutto, autoironia che non guastano. E se talvolta traspare una velata vena di dolore, interviene la saggezza sbarazzina del poeta a impedire al dramma di farsi sfacciato. C’è maestria nell’orchestrare gli svariati strumenti espressivi e la vasta gamma tematica : il risultato è una voce armonica con sonorità à la page. Niente è lasciato all’improvvisazione e Tripaldi ci tiene a essere capito, sentito e condiviso dal lettore. E noi di questo gliene siamo grati.
Motivazione scritta da Gabriella Montanari
III classificata :Lucia Triolo
La poesia di Lucia Triolo qui si fonda su una struttura architettonico-poetica precisa, dove il linguaggio sorvegliato e limpido gioca un ruolo essenziale. I versi d’apertura delle diverse composizioni hanno il sapore d’una introduzione, si presentano come una sorta di primo gradino da cui prende le mosse un viaggio verticale nel profondo delle situazioni scelte. Segue una sorta di sviluppo tematico che genera nuove risonanze, riflessioni, emozioni in un gioco di specchi e di motivi originali. Dal labirinto dei pensieri si esce nel finale con una sintesi, anche spazialmente sottolineata nei versi, che offre una sorta di “logica poetica” all’insieme del testo. Si è come di fronte ad una sonata musicale dove il lessico è essenziale, ma ricco di colori; la forma è lineare, ma risonante e la pelle della poesia risplende lucida.
Motivazione scritta da Stefano Vitale
Premio Speciale Poesia Dialettale :Marcello Marciani
Le poesia di questa raccolta rispettano criteri formali consapevoli e questo impedisce loro di scivolare nel lezioso; si colgono temi universali senza apparire scontati, si racconta di situazioni familiari, amori, scoperte esistenziali senza mai cadere nel bozzetto. In questa silloge il dialetto non prende il sopravvento sulla poesia in sé. Esso appare invece come uno strumento, che dona ricchezza e imprevedibilità al testo; che permette di offrire immagini originali, metafore inedite che rivitalizzano la lingua e la poesia insieme. I “rovistamenti” poetici restano nel perimetro familiare ma si attestano in una zona in cui il sentimentalismo è bandito, ma dove spazia l’emozione e la vivacità dei colori della lingua. Una poesia robusta e riflessiva, ma anche giocosa ed effervescente, poesia che è preghiera e filastrocca, ma anche respiro melanconico. L’oralità del dialetto si fa carne e il canto della lingua risuona nella varietà dei suoi registri.
Motivazione scritta da Stefano Vitale
SEZIONE C – POESIA INEDITA
1 PREMIO (Il padre, un’ustione di Andrea Donaera)
La poesia si apre con una dichiarazione perentoriamente antilirica (ti immagino. ormai: e basta), che attraverso il ricorso frequente a consonanze (petto/pento/ blatta/basta), rime distanti (spento/ pento) e veri e propri apax (bambinezza; mi spunto ogni fare) )introduce una serie di potenti immagini, riferite in parte al padre non più presente, in parte al poeta, nella cornice di un’infanzia divenuta “non luogo”. L’infittirsi delle metafore e la vertigine dei salti analogici trasforma il dialogo con l’assente in monologo disperato con un’inquietante maschera amletica. Il risultato, fra visionarietà e iperrealismo, è un climax ritmico al di fuori da ogni schema tradizionale, eppure estremamente studiato, che fa pensare a certi riti tribali accompagnati dal suono di un tamburo: dopo la totale estraneità (sei solo/ il Grande Altro) si perviene al paradosso tragico dell’identificazione fra i due soggetti (sei io, solo e triste e altro) e, attraverso il soccorso della parola trafitta, alla lucida cantilena finale.
2 PREMIO (Vender fora di Giovanni Trimeri –)
Nella poesia Vender fora, composta in dialetto biellese, il mezzo linguistico si configura non come mero espediente estetico, ma come vera e propria necessità espressiva. Lo rivelano le frequenti rime e assonanze, spesso tronche (còr.segur; pagnota-sofita; cul-vedel), i suoni spesso vibranti e sonori (assai presente la liquida “r”), i versi alternati lunghi e brevi. In una malinconia da film muto, senza mai cedere a derive sentimentali, né ad altrettanto banali rigurgiti neorealisti, la vecchia macchina da cucire Singer è l’ultimo, tenace baluardo di una casa in via di sgombero definitivo. Il lutto, da evento doloroso ma privato, si trasforma in simbolo della scomparsa di un’intera generazione e l’espediente della sottrazione furtiva – quasi a rivelare il senso di colpa di un paese che ha dimenticato le proprie radici – apre alla metafora finale, sintesi di un’atmosfera che l’autore ha saputo ricostruire con sapiente autenticità.
3 PREMIO ( Promessa di Michele Paoletti)
La poesia “Promessa”,vincitrice del terzo premio per la sezione C , è un intenso dialogo a due voci dell’autore con se stesso, attraverso la testimonianza muta di
una figura che, proprio nel restare delicatamente in ombra, rivela appieno la forza del materno. Nel ritorno alla spiaggia dell’infanzia, deformata dal tempo e dall’intervento umano, il poeta adulto ritrova il coraggio di una ” gioia ripetuta”, la pazienza del vivere al di là del “fallimento del tempo e delle cose”. Giova qui ricordare l’omofonia di “mare” e “madre”in numerosi idiomi. L’alternanza grafica fra corsivo e tondo delinea suggestivamente il chiaroscuro- emotivamente ben controllato ma irreversibile – fra presente e passato. L’orizzonte non è tuttavia il rimpianto, ma una promessa che allude all’avvenire e tempera malinconia e disincanto, evitando gli eccessi opposti del sentimentalismo e dell’aridità, nemici entrambi della poesia.
Le tre motivazioni della sezione C sono state scritte da Alessandra Paganardi
SEZIONE D
I classificato – CARLO NELLO CECCARELLI
Il racconto “La buca della neve” di Carlo Nello Ceccarelli è un susseguirsi di flash sulla vita di due uomini, padre e figlio, che campano alle appendici delle alpi apuane con espedienti tra il bracconaggio e lo sfruttamento.
Viene rappresentato da una narrazione amara l’eterno conflitto tra la nuova generazione che, proiettata nel futuro, tenta di entrare nella prima fabbrica della zona (una filanda) malgrado sia ‘lavoro da donne’ e quella vecchia, rurale, che pensa solo alla cena messa in tavola la sera.
Anche quando i ruoli si ribaltano e il genitore diviene peso, l’ostinazione e l’orgoglio non accennano a smussarsi anzi divengono rabbia e frustrazione, tragica apatia.
Infine un effimero riscatto e la beffa di colui che non crede in nulla fuorché nei suoi piccoli traffici, nell’indolenza e nella certezza che per i piccoli non c’è possibilità di una vita degna del nome.
II classificato – ALESSIO PRACANICA
“Il teatro era uno stanzone buio e fumoso”…
Questo l’incipit del racconto.
E il palcoscenico di quel teatro è il luogo deputato quotidianamente, sera dopo sera, stancamente, ad ospitare quei mostri, la donna barbuta, la ragazzo pesce, il nano, la donna vacca, l’uomo lupo, che garantiscono una misera corona d’incasso al direttore. Si esibiscono per la soddisfazione di una mezza dozzina di sprovveduti che, alla modica cifra di cinque heller, vogliono ammirare quegli orrori prodotti dalla Natura.
La narrazione, attraverso un linguaggio lineare che, anche grazie ai numerosi dialoghi, tiene desta l’attenzione, costruisce abilmente gli ingredienti necessari alla clamorosa sorpresa che, nell’ultima frase, attende chi legge.
MOTIVAZIONE SCRITTA DA PIERO RAINERO
III classificata Sualen Riccardi
A VELA IN UNA NOTTE D’INVERNO
Partendo da un dato e da personaggi reali, il racconto assume man mano una dimensione fantastica elaborando una sapiente riflessione sull’arte e sulla letteratura che, lungi dall’essere didascalica o puramente esornativa, risulta intimamente fusa col tessuto narrativo.
MOTIVAZIONE SCRITTA DA GIANNI CACCIA
III Classificata Carla Sautto
BLUES
Due melodie solo in apparenza lontane tra loco scandiscono il ritmo del racconto, dosando con sapienza adagio e crescendo e dettando il fluire dei pensieri e delle sensazioni dei due protagonisti, che si trovano accomunati dal linguaggio universale della musica.
MOTIVAZIONE SCRITTA DA GIANNI CACCIA
Sezione E – Sezione Augusto Monti
I classificata: Donatella Mascia – “Magnifica Visione”– De Ferrari – Genova
Motivazione: “Ho letto pochi libri così interessanti, coinvolgenti e capaci di liberare l’immaginazione dietro alle vicende narrate. Il libro di Donatella Mascia “Magnifica Visione” è il classico libro che si fa leggere dall’inizio alla fine, non per scoprire come va a finire ma per godere i racconti. Il libro vive nell’intreccio di storie e di personaggi in una cornice paesaggistica di richiamo e di dissolvenze che non lascia indifferente il lettore. La scrittura è piacevole e in certe pagine sembra che inviti ad origliare dalla serratura. Davvero curiosa l’invenzione della macchina prodigiosa in grado di rilevare i tesori nascosti, un’idea guida che colora e muove tutto il libro.”
Motivazione scritta da Donato Bosca
II classificato – Carlo Giordano
I soldati della montagna.
Una valle e i suoi alpini
Primalpe
L’Autore ricostruisce esaustivamente le vicende dei battaglioni Dronero,Valle Maira e Bicocca, fondandosi su un vasto corpo documentario per lo più inedito. L’opera manifesta una particolare efficacia espositiva, che non indulge mai in digressioni gratuite, fornendo pertanto un rigoroso modello di metodo. Ripercorrendo quasi un secolo di storia degli Alpini delle valli cuneesi sui vari fronti di guerra, l’Autore fornisce anche un affresco del mondo della montagna, sottolineando il forte radicamento delle truppe alpine nella vita della popolazione valmairese.
Premio Speciale della Giuria – Camilla Salvago Raggi
Motivazione Premio a Camilla Salvago Raggi
Assegniamo a Camilla Salvago Raggi, “Di libro in libro, la vita”, il Premio Speciale della Giuria per l’intensità emotiva e la partecipazione con cui ha saputo raccontare i libri che l’hanno segnata, seguita, aiutata, cambiata: non solo per i loro contenuti ma anche e soprattutto con la loro presenza fisica, a scandire il tempo e le stagioni di una casa e di una famiglia. Per aver saputo identificare nella loro persistenza i momenti chiave, i passaggi esistenziali più importanti, dall’infanzia alla vecchiaia. E per la capacità di restituire al lettore, attraverso la sua viva voce, filtrata dai libri stessi, la storia di una vita, nel particolare che si fa universale.
La Segreteria è lieta di comunicare i nomi dei finalisti
della XIX edizione del Concorso nazionale
di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.
Finalisti sezione A
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Antonio Alleva – Ultime corrispondenze dal villaggio – Il Ponte del sale
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Carmelo Consoli – La solitudine dei metrò – Biblioteca dei leoni
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Corrado Bagnoli – Il cielo di qua – La Vita Felice
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Daniela Raimondi – La stanza in cima alle scale – Aragno
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Davide Zizza – Ruah – Ensemble
-
Elisabetta Pigliapoco – La luce di taglio – Archinto
-
Evaristo Seghetta Andreoli – Paradigma di esse – Passigli
-
Fabio Scotto – In amore – Passigli
-
Fabrizio Bregoli – Zero al quoto – Puntoacapo
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Franca Mancinelli – Libretto di transito – Amos
-
Gabriela Fantato – La seconda voce – Transeuropa
-
Giancarlo Stoccoro – La dimora dello sguardo – Fara
-
Giovanna Vivinetto – Dolore minimo – Interlinea
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Irene Paganucci – Mentre si mettono a posto le cose – Raffaelli
-
Ivan Fedeli – La meraviglia – Puntoacapo
-
Luigi Fontanella – L’adolescenza e la notte – Passigli
-
Maria Grazia Calandrone – Il bene morale – Crocetti
-
Marino Badiale – Poesie indifese – Il Canneto
-
Mauro Sambi – Una scoperta del pensiero e altre fedeltà – Ronzani
-
Riccardo Olivieri – A quale ritmo, per quale regnante – Passigli
-
Roberto Ariagno – Disamore il nome – Italic
-
Silvia Rosa – Tempo di riserva – Ladolfi
-
Tiziano Broggiato – Novilunio – Lietocolle
Finalisti sezione B
-
Andrea Donaera
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Angelo Taioli
-
Bartolomeo Smaldone
-
Claudia Fofi
-
Daria De Pellegrini
-
Dario Bertini
-
Elisabetta Sancino
-
Elisabetta Santini
-
Fabrizio Bregoli
-
Francesco Tripaldi
-
Giampiero Casagrande
-
Giulio Maffii
-
Giuseppe Schembari
- Ivan Fedeli
-
Luca Bresciani
-
Lucia Triolo
- Marcello Marciani
-
Marco Pelliccioli
-
Paola Novaria
-
Vittorio Fabbricatti
Finalisti sezione C
- Alessandro Guasoni
- Andrea Donaera
- Angelo Taioli
- Dario Pasero
- Davide Romagnoli
- Elisabetta Sancino
- Enea Roversi
- Fabrizio Bregoli
- Giacomo Vit
- Giovanni Trimeri
- Giusi Busceti
- Ivan Fedeli
- Lucetta Frisa
- Marcello Marciani
- Melania Panico
- Michele Paoletti
- Saragei Antonini
- Valentina Meloni
Finalisti sezione D
-
Alessio Pracanica
-
Andrea Gastner
-
Angela Borghi
-
Anna Maria Gargiulo
-
Carla Sautto
-
Carlo Nello Ceccarelli
-
Domenico Pisano
-
Francesca Chierici
-
Geppina Sica
-
Giovanni Trimeri
-
Lucio Aimasso
-
Manuela Cibin
-
Marilisa Munari
-
Marina Scrivani
-
Paolo Però
-
Piercarlo Bettini
-
Piero Malagoli
-
Roberto Parietti
-
Sualen Riccardi
-
Ubaldo Busolin
Finalisti sezione E
-
Camilla Salvago Raggi – Di libro in libro la vita – Il Canneto
-
Carlo Giordano – I soldati della montagna – Primalpe
-
Caterina Vallero – Incontro al terzo destino – Echos
-
Donatella Mascia – Magnifica Visione – De Ferrari
-
Giorgio Casanova – Gli ultimi corsari – Delfino Moro
-
Giovanni Galli – Fra le cose, le più segrete – Montedit
-
Graziella Ardizzone – La piuma del martin pescatore – Baima
-
Maria Angela Damilano – Sante Pollastro e le storie del Borgo – Epoké
-
Maurizio Pupi Bracali – La seconda vita – Delfino Moro
-
Sabrina Cinzia Soria – Il destino non c’entra – Baima
Il 5 o 6 ottobre pubblicheremo i nomi dei vincitori della XIX edizione del Concorso Guido Gozzano.
La Cerimonia di premiazione di terrà sabato 27 ottobre a Terzo alle ore 16.
[…] Bando 2010-2012. […]
[…] Bando 2010-2012 […]
[…] Motivazioni Vincitori 2016 […]
[…] Vincitori 2018 – Motivazioni […]
[…] Finalisti 2018 – Vincitori 2018 – Motivazioni […]
Auguri ai vincitori.
Buonasera, sarebbe possibile avere la graduatoria completa della sezione C?
Le ho scritto una e-mail. Buona serata.
buongiorno
sarebbe possibile avere la graduatoria completa delle sezioni b e c?
grazie!
Buongiorno. Potrei cortesemente avere la graduatoria completa della sezione A?
Buongiorno, potrei cortesemente avere la graduatoria completa delle sezioni A e B.
Cordiali saluti
Franco Villa
Buonasera, potrei gentilmente leggere le graduatorie complete delle sezioni B e C. Grazie
Gent.ma Chiara,
si è classificata 37esima nella sezione C poesia inedita (su 419 partecipanti) e dal 38esimo al 43esimo posto con voto 23 nella sezione B silloge inedita su 278. Sicuramente un buon risultato. Cordiali saluti – Roberto Chiodo – Segreteria Concorso Guido Gozzano
Per cortesia è possibile conoscere la graduatoria completa della sezione D ? Grazie
Gent.ma Sig.ra Alessandra, si è classificata 34esima con voto 20 su 275 racconti.
grazie e buona giornata
E’ stata redatta la classifica dei 27 concorrenti della sezione E?
E’ possibile averla?
[…] https://concorsoguidogozzano.wordpress.com/bando/bando-2010-2012/ […]
Potrei gentilmente avere la graduatoria completa della sezione C) – grazie